CBD tra le sostanze stupefacenti, Mannaioni di Sitox spiega perché

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Lunedì 4 dicembre ospite dei Degiornalist è Guido Mannaioni, il presidente eletto di Sitox (Società Italiana di Tossicologia). Il Ministero della Salute italiano ha inserito i CBD nella lista delle sostanze stupefacenti. «Il CBD è una molecola non psicotropa, ciò significa che non ha effetto sulle funzioni psichiche - ha spiegato Mannaioni a Fabiana Paolini e Claudio Chiari -. A differenza del THC, principio attivo della cannabis». Nel processo di lavorazione ed estrazione di CBD si rischia di mantenere delle impurità, tra cui il THC, per questo la questione ha suscitato dubbi, nonostante una percentuale minima di principio attivo sia concessa (ad esempio, per la cannabis light). «Esistono farmaci a base di CBD e i pazienti che li necessitano, devono usufruirne - ha continuato Mannaioni - il problema è il mercato selvaggio». Fondamentalmente il CBD non può trasformarsi in THC ma la concentrazione percentuale, durante una conservazione impropria, a determinate condizioni, potrebbe variare. «Sono molecole che fanno parte della stessa famiglia - ha concluso Mannaioni -. I produttori dovrebbero fare un controllo anche a prodotto ultimato e confezionato».

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