La Basilica di Massenzio
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Versione audio: La Basilica di Massenzio, o di Costantino, è la più grande basilica del centro monumentale di Roma antica, l’ultima realizzata in ordine di tempo. I lavori di costruzione furono avviati da Massenzio, fra il 308 e il 312 d.C., e poi terminati da Costantino. Per questo, è indifferentemente ricordata con il nome di entrambi gli imperatori. La storia della basilica L’edificio fu innalzato sul colle della Velia che raccordava il Palatino con l’Esquilino, un’area che non fa parte del Foro Romano, ma si trova solo nelle sue immediate vicinanze. Ciononostante, oggi i suoi resti rientrano nell’area archeologica che comprende il Foro Romano e i Fori Imperiali. La funzione prevalente di questo edificio fu quella di tribunale, in quanto sede dell’attività giudiziaria del prefetto urbano. Della Basilica di Massenzio oggi resta in piedi soltanto il lato settentrionale. Tutto il resto crollò probabilmente a seguito di un terremoto nella metà del IX secolo. I materiali furono reimpiegati in altre costruzioni. Le lastre di bronzo dorato che ricoprivano il tetto erano state asportate per ordine di papa Onorio I già nel 626, e riutilizzate per la Basilica di San Pietro. La pianta L’impostazione generale e il sistema costruttivo della Basilica di Massenzio ricordano quello di alcune grandi sale termali di età tardoantica. La pianta era rettangolare e misurava 100 x 65 metri. Aveva una grande navata centrale, di 80 x 25 metri, coperta da tre volte a crociera quadrate, scandita dalla presenza di grandi colonne e conclusa da un’abside semicircolare. Sulla navata si affacciavano 6 vani, 3 per lato, che sostituivano le tradizionali navate minori ed erano separati da setti murari trasversali; tuttavia, il passaggio da un vano all’altro era consentito da grandi aperture ad arco. Il vano centrale del lato settentrionale presentava una seconda abside semicircolare. Questi vani erano coperti da volte a botte con lacunari ottagonali, ancora ben visibili nella parte superstite dell’edificio. L’interno Le grandi volte a crociera della navata centrale, alte 35 metri circa, erano realizzate in opus caementicium e si appoggiavano sui setti murari trasversali. Questi ultimi si affacciavano sulla navata con le grandi colonne corinzie di marmo, alte circa 14,5 metri, oggi scomparse. Ne è sopravvissuta solo una, trasferita nel 1613 in Piazza Santa Maria Maggiore per volontà di papa Paolo V. Le colonne sostenevano monconi di trabeazione in marmo: ne restano solo alcuni blocchi, parzialmente inseriti nella muratura. L’abside occidentale, quella sul lato corto, era affiancata da due colonne e ospitava una colossale statua di Massenzio, alta circa 12 metri, in seguito trasformata in Ritratto di Costantino. Di tale scultura si conservano soltanto alcuni frammenti, scoperti nel 1487 e oggi conservati al Palazzo dei Conservatori, nei Musei Capitolini. La seconda abside, quella sul lato lungo, era schermata da due grandi pilastri, o colonne. Presenta ancora oggi due livelli di grandi nicchie, un tempo inquadrate da edicole e probabilmente destinate a ospitare statue. Nell’angolo nord‑occidentale restano cinque gradini di una originaria scala a chiocciola; un’altra scala gemella si trovava certamente nell’angolo opposto, quello sud‑orientale. Gli accessi L’ingresso alla basilica si trovava inizialmente solo sul lato corto, a est. Questa soluzione non era comune per le basiliche pubbliche (che avevano l’ingresso sul lato lungo) ma solo per quelle private e certamente costituì un precedente per l’elaborazione della successiva tipologia basilicale cristiana. Sette aperture (o tre, o forse cinque, difficile stabilirlo con certezza) immettevano in un lungo corridoio trasversale, aperto sulla navata centrale mediante tre aperture ad arco. L’ingresso era quindi diametralmente opposto alla prima grande abside. Secondo la tradizione storiografica,