L’iconografia medievale del Cristo
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Versione audio: La prima arte cristiana, quella delle catacombe, fu interessata solo per breve tempo dal problema dell’aniconismo, ossia del divieto ebraico a rappresentare Dio in forma umana. Il Dio degli ebrei era puro spirito ma Cristo era Dio incarnato, un vero uomo che aveva vissuto e sofferto il supplizio della croce “vincendo” poi la morte grazie alla sua natura divina. «Il Dio invisibile si è fatto visibile in Cristo», afferma san Paolo nella sua Lettera ai Colossesi (1, 15). Gesù conciliava nella sua persona il finito con l’infinito: rappresentarlo come uomo non comportava necessariamente un pericolo di idolatria. Catacombe di Commodilla, IV sec. Roma. Il Buon Pastore La prima raffigurazione di Gesù in forma umana, sia pure di natura ancora simbolica, fu quella del Buon Pastore, un semplice ragazzo che porta una pecora (talvolta un agnello) sulle spalle, abbigliato con una veste corta e i calzari, talvolta con il flauto di Pan in mano. La sua immagine è legata alla parabola del Buon Pastore e della pecorella smarrita (allegoria del Cristo che va incontro al peccatore pentito). Questo motivo iconografico è molto importante nella storia dell’arte cristiana, perché è la prima volta in cui Gesù viene presentato in carne ed ossa e non attraverso il ricorso a simboli animali o vegetali. Uno dei più antichi esempi del Buon Pastore è un dipinto del II secolo realizzato nelle Catacombe di San Callisto. Buon Pastore, II sec. Pittura murale. Roma, Catacombe di San Callisto. Assai famosa è l’immagine del Buon Pastore scolpita tra la fine del III e i primi anni del IV secolo, un tempo parte di un sarcofago e oggi nei Musei Vaticani. Nel Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna, Cristo è raffigurato come Buon Pastore, circondato dalle sue pecore. In questo caso, l’immagine non è solamente simbolica e l’identificazione con il Messia è chiara, essendo egli dotato di aureola e di un grande bastone crociato cui si appoggia. Buon Pastore, fine III-inizio IV sec. d.C. Marmo, altezza 92 cm. Roma, città del Vaticano, Musei Vaticani, Museo Pio Cristiano. Cristo come Buon Pastore, prima metà del V sec. Mosaico. Ravenna, Mausoleo di Galla Placidia. Il Cristo imberbe I Vangeli e le altre fonti non ci hanno tramandato un ritratto di Gesù, né precise indicazioni sul suo aspetto fisico. Così, quando comparvero le prime esplicite rappresentazioni del Cristo come maestro, ossia del Cristo-docente seduto tra gli apostoli, o che compie i miracoli, gli artisti scelsero di mantenere l’iconografia classica del giovane senza barba, ispirata all’ideale greco della bellezza. Il Cristo imberbe, che rimanda al tipo apollineo, era infatti simbolo dell’eterna giovinezza, della vita che vince la morte. Cristo insegna tra gli apostoli, IV sec. Pittura murale. Roma, Catacombe di Domitilla. Questa particolare iconografia di Gesù non ebbe grande successo se non nei primi secoli del Cristianesimo, perché venne presto soppiantata da quella di Cristo con la barba. Tuttavia, non tramontò mai del tutto. È, per esempio, imberbe il Cristo che divide le pecore dai capretti, nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna, così come il Cristo Cosmocratore della Chiesa di San Vitale, sempre a Ravenna, entrambi della prima metà del VI secolo. È imberbe anche il Cristo in gloria dell’Altare del Duca Ratchis, opera longobarda dell’VIII secolo. In tempi più recenti, ricordiamo il Cristo Giudice del Giudizio Universale di Michelangelo nella Sistina e il Cristo della Cena di Emmaus di Caravaggio oggi alla National Gallery di Londra.