Luigi Zoja "Fragilità umana, fragilità del pianeta"
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Luigi Zoja"Fragilità umana, fragilità del pianeta"Pianeta Terra Festivalwww.pianetaterrafestival.itDomenica 8 ottobre 2023Pianeta Terra Festival, LuccaLuigi Zoja, Vincenzo Paglia, Simonetta Fiori"Fragilità umana, fragilità del pianeta"La fragilità è un tratto comune a tutti e a tutto. Nulla le sfugge. La natura è fragile: è fragile il nostro corpo nei suoi meccanismi biologici che facilmente si alterano e si rompono; sono fragili le nostre emozioni e le nostre relazioni, che riempiono di senso la nostra vita; sono fragili e mutevoli i nostri comportamenti e le nostre abitudini; fragile la ragione che si scontra continuamente con il suo limite, oltre il quale si dà solo arroganza. Come facciamo i conti con tutto questo? A discuterne un uomo di fede e uno psicoanalista, due figure emblematiche.Luigi Zoja"Sotto l'iceberg"Presenze inconsce nella società e nella storiaBollati Boringhieriwww.bollatiboringhieri.itL'inconscio è come un iceberg: conosciamo per via diretta solo una piccola parte della psiche umana. Per quanto ci impegniamo a portare in superficie le parti sommerse, l'iceberg continuerà a riaffondare, fino a trascinare sott'acqua un'analoga porzione del sé. La percentuale emersa non può aumentare: è una legge «naturale» ineludibile, su cui la psicologia junghiana àncora la propria riflessione. È da questa premessa teorica che muove questo libro: l'inconscio è una massa dominante. Ci sembra di volere una certa cosa, e poi i fatti mostrano che volevamo tutt'altro (magari il contrario!): il desiderio vero era sommerso nella parte della mente a noi nascosta, l'inconscio. Anche ciò che ci è più caro – il lavoro, gli affetti – è spesso oggetto di passioni che ignoriamo. Non perché manchiamo di sincerità: semplicemente, non ne siamo consapevoli. In questa raccolta di articoli, saggi, conferenze, Luigi Zoja – con la sua pluridecennale esperienza sia di studio sia clinica – illumina i tortuosi sentieri dell'inconscio, a livello individuale ma soprattutto collettivo. Ecco che allora Medea e Sofocle, Borges e Neumann, la filosofia e il cinema, diventano – sotto le fini lenti di Zoja – caleidoscopi in cui osservare la nostra mente sociale. E così le tragedie storiche del Novecento, ma anche i fenomeni quotidiani piccoli e grandi: i sogni (e il loro apparente opposto, l'insonnia), il complottismo, i rapporti di genere. Filo conduttore è una constatazione inaggirabile: i pensieri coscienti sono solo una minima parte – e non la più rilevante – delle attività mentali. Una consapevolezza dalla quale dovremmo essere al contempo intimoriti e intrigati. Perché vale per tutti noi: la dimensione inconscia è la regola, la coscienza l'eccezione. I terapeuti dialogano di continuo con persone convinte di aver compiuto «scelte» sbagliate, delle quali si domandano angosciate le ragioni. La tragedia – antenata della psicoanalisi, come suggerisce Zoja – parlava, con ben altro potere evocativo, di destino. L'uomo moderno teme il senso tragico, e ha sostituito questo agente potente e misterioso con termini asettici. Che fanno meno paura, ma rischiano di offuscare parti decisive di noi.Luigi Zoja, psicoanalista, è stato presidente del Centro Italiano di Psicologia Analitica dal 1984 al 1993, dell’International Association for Analytical Psychology, che raggruppa gli analisti junghiani nel mondo, dal 1998 al 2001 e, infine, del Comitato Etico Internazionale. Già docente presso il C.G. Jung Institut di Zurigo e l’Università dell’Insubria, insegna attualmente presso l’Università di Macao (Cina). Ha pubblicato numerosi libri, tra i quali i più recenti sono: Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre (2000); Centauri. Alle radici della violenza maschile (2016); Vedere il vero e il falso (2018); Dialoghi sul male. Tre storie (2022).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensare