Valentina Pazé "Libertà in vendita" Biennale Democrazia
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Valentina Pazé"Libertà in vendita"Bollati BoringhieriBiennale DemocraziaGiovedì 23 Marzo - 18:30Valentina Pazé, Giorgia Serughetticoordina Valeria VerdoliniCavallerizza Reale, Aula Magna, TorinoIn un’epoca in cui siamo tutte e tutti invitati a farci imprenditori di noi stessi e a investire sul nostro capitale umano, torna in primo piano la questione della mercificazione del corpo femminile. I fenomeni della prostituzione e della maternità surrogata, in particolare, pongono difficili interrogativi all’etica, al diritto, alla politica. È possibile stabilire un limite a ciò che i soldi possono comprare? Che dire quando sono le donne stesse a rivendicare il diritto di disporre del proprio corpo come se si trattasse di una merce? Quale rapporto tra libertà e mercato?Valentina Pazé"Libertà in vendita"Il corpo fra scelta e mercatoBollati Boringhierihttps://bollatiboringhieri.itChe cosa hanno in comune la prostituzione, la maternità surrogata e l’uso del velo all’interno dell’islam? Il fatto di coinvolgere – spesso, anche se non sempre – il corpo delle donne. Ma anche la capacità di fare emergere la natura contraddittoria, ambivalente, disturbante della libertà nell’epoca del neoliberismo e delle democrazie di mercato.Da un lato, in effetti, la possibilità di offrire il proprio corpo a fronte di un compenso sembra ampliare la gamma delle scelte a disposizione in termini di uso del proprio corpo, del proprio tempo, della propria autonomia. Dall’altro, però, accedere a queste stesse possibilità richiede anzitutto di acconsentire a considerare l’intimità, sessuale e riproduttiva, come una merce tra le altre. Difficile non chiedersi, allora, se simili scelte possano ritenersi genuinamente volontarie. Da qui la domanda che percorre tutto il libro di Valentina Pazé: siamo davvero liberi? E se sì, di quale libertà parliamo?Per rispondere, l’autrice impiega in modo chiaro, lucido, preciso, gli strumenti della filosofia: in primis di quella antica, che ha fornito le categorie per impostare il dibattito sulla libertà, e in secondo luogo del pensiero politico moderno e contemporaneo. Che si interfaccia inevitabilmente, su questi temi, con quello sociologico, giuridico ed economico.In un mondo sempre più diseguale, dietro un incontro formalmente paritario tra soggetti liberi e consenzienti si nascondono spesso – pur mediati dalla forma giuridica del contratto – rapporti di subordinazione, se non di vero e proprio sfruttamento. È un’asimmetria sostanziale, insomma, a generare le forme contemporanee di uno strano tipo di schiavitù, che appare, a prima vista, volontaria e deliberata.Proprio a partire da questa ambivalente «libertà» prende parola Valentina Pazé. Non per ridurne o squalificarne la portata, ma per restituirne la profondità storica, esistenziale e filosofica. Metterne in luce le contraddizioni, e nominarne gli effetti. Che, nelle odierne democrazie capitalistiche, possono essere al contempo di emancipazione e di assoggettamento. O, a ben vedere, possono essere parallelamente di emancipazione per alcuni, e di assoggettamento per altri: lungo una linea tracciata troppo spesso da reddito, genere, posizione sociale.Valentina Pazé insegna Filosofia politica presso l’Università di Torino. Tra i...